La Via di Francesco In Toscana Anghiari – Arezzo “La Via della Croce” - La via di Francesco in Toscana

La Via di Francesco In Toscana Anghiari – Arezzo “La Via della Croce”

LA VIA DI FRANCESCO IN TOSCANA DA ANGHIARI ALLA VERNA – 4° Giorno dall’Eremo di Cerbaiolo alla Verna
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Articolo di Enrico Mencherini

Per questo progetto la città di Arezzo è stata individuata come meta di un percorso sia spirituale che turistico. E’ indubbio che per motivi sia storici che artistici Arezzo possa essere considerata la “città della Croce” simbolo del percorso di vita e spirituale di San Francesco. Il ciclo di affreschi della Leggenda della Vera Croce di Piero della Francesco nella Basilica di San Francesco, considerato uno dei cicli pittorici più importanti al mondo e le tre straordinarie croci lignee di epoca medievale, quella di Cimabue in San Domenico, quella di Segna di Bonaventura nella Badia delle Sante Flora e Lucilla e quella del maestro di San Francesco nella Basilica omonima, anch’esse opere d’arte di rilevanza mondiale, confermano questa “vocazione”. Inoltre Arezzo è citata nella Leggenda Major ed è dipinta nel suo aspetto medievale in uno dei 28 pannelli del ciclo di affreschi realizzati da Giotto nella Basilica di San Francesco ad Assisi, quello nel quale è rappresentata la cacciata dei diavoli dalla città da parte di San Francesco. Il Santo è iconograficamente presente in pratica in tutte le più importanti chiese della città. Tutto questo fa si che Arezzo non possa che essere una delle destinazioni principali di questo importante cammino, perciò è stato deciso di percorrere questa tappa  partendo da Anghiari in direzione di Arezzo. La tappa può essere percorsa facilmente anche in senso inverso partendo da Arezzo e andando verso Anghiari, mantenendo la suddivisione in due tappe proposta oppure percorrendola anche in una sola giornata vista la lunghezza di circa 24 km, specialmente se percorsa in inverno, perché le strutture ricettive in ambito extraurbano potrebbero essere chiuse. Le distanze indicate fanno riferimento alla partenza da Anghiari e alla lunghezza totale della tappa che è stata, come indicato, suddivisa e percorsa in due tappe più brevi per permettere anche ai meno allenati o a chi vuole godersi il cammino con più calma, di percorrerlo con tranquillità. Il primo giorno  comprende la visita ad Anghiari ed il tratto di cammino di circa 8 km fino all’ Agriturismo Fattoria Caldesoni, il secondo giorno vengono percorsi i restanti 16 km di cammino fino ad Arezzo, che è visitabile il giorno stesso dell’arrivo oppure il giorno successivo soggiornando in una delle tante strutture ricettive della città.

 

PRIMO GIORNO 

 

ANGHIARI

 

La mattina del giorno di partenza è dedicata ad Anghiari, bellissimo borgo medievale inserito tra quelli più belli d’Italia, camminare per le sue stradine e i vicoli racchiusi nella cerchia muraria ancora intatta è un esperienza unica che ti trasporta come un viaggio nel tempo, all’epoca di Francesco, un medioevo vivo, florido e creativo lontano dall’iconografia cupa e fredda a cui siamo abituati. Passeggiando per le strette vie del borgo notiamo particolari inconsueti, le abitazioni in pietra arenaria,  hanno finestre piccole, imposte e porte di legno. I loro davanzali ed ingressi sono decorati con piante e fiori, il che contribuisce a colorare i vicoli e a renderli ancora più suggestivi. Il tempo scorre velocemente e suona mezzogiorno, ci fermiamo a mangiare all’ osteria “Il Cantuccio” piccolo locale tipico a conduzione familiare in piazza Garibaldi, dove è possibile gustare in un ambiente caratteristico, accogliente ed informale, piatti e dolci tipici della cucina di questo territorio della Toscana. Si segnala che in paese ci sono altri locali tipici dove poter mangiare e per chi volesse dormirci, le strutture ricettive non mancano, specialmente B&B, noi segnaliamo l’Albergo Meridiana per il buon numero di camere disponibili. 

 

IL CAMMINO

 

Partiamo dopo pranzo e raggiungiamo la “Chiesa della Croce”, qui idealmente inizia il il nostro cammino, dove è ricordato quello che riteniamo il simbolo di questa tappa e dove la presenza di Francesco è visibile e tangibile. La tradizione vuole che il Santo nel 1224 in viaggio dalla Verna, qui piantasse una croce proprio nel luogo dove si “incrociavano” i tre sentieri che collegavano Anghiari con il Casentino, Assisi ed Arezzo . Da questa sommità parte in direzione opposta alla nostra quella  che era chiamata la Ruga di San Martino, una strada medievale lunga circa 7 km  che tagliando tutta la  piana sottostante di Anghiari, dove si svolse nel 1440 la famosa battaglia tra le truppe Milanesi e quelle Fiorentine, la collega a Sansepolcro, un rettilineo che se idealmente prolungato, va a coincidere perfettamente con il convento di Montecasale, altro importante luogo francescano. 

Il cammino si inoltra nella bella campagna della Valtiberina aretina e ci porta in prossimità del torrente Sovara, alla Pieve di Santa Maria alla Sovara (c. 1,7 km), bell’esempio di preromanico dell’anno mille, inserita nel dolce paesaggio della Valtiberina Toscana che poco si discosta da quello che doveva essere in epoca medievale. Percorriamo un tratto di asfalto fino a passare il ponte sulla Sovara, qui la strada inizia a salire e ci porta fino al Castello di Valialle (c. 3,5 km).  Dell’originaria cinta muraria restano solo pochi suggestivi tratti, mentre l’antico nucleo è utilizzato per abitazioni di campagna. La chiesa in stile romanico è dedicata a S. Biagio ed è stata costruita dai Camaldolesi. All’interno i capitelli romanici ed un dipinto rappresentante la Vergine in gloria con i Santi Biagio e Romualdo rendono l’atmosfera mistica che ci compenetra ancor di più, in quella ideale per continuare il nostro cammino. Proseguiamo su una vecchia mulattiera che entra in un bosco di querce e sale verso il crinale andando a sovrapporsi ad un antico tracciato di una delle tante vie di transumanza chiamate “Maremmane” dove transitavano i pastori con  le loro greggi per andare a svernare in Maremma, come ci conferma anche un signore del posto. Ritroviamo per un breve tratto la strada asfaltata, poi il sentiero rientra nel bosco. In questi cambi di  tipologia di tracciato e relative deviazioni bisogna prestare un po’ di attenzione, perché il cammino non è segnato benissimo. Dopo poco passiamo in mezzo a due case vacanze immerse nel verde, in località Case Montirosi (c. 4,80 km), un luogo di silenzio e pace dove si godono dei stupendi panorami, che ci accompagneranno per tutto il resto della tappa. Continuiamo su una bella strada bianca carrabile e man mano che saliamo, continuando sul crinale, la strada diventa una mulattiera che, sempre incorniciata da splendidi panorami, ci porta fino alla piccola e graziosa chiesa di Santa Maria Assunta in località Casale. Facciamo pochi passi e arriviamo, scendendo lungo i bellissimi pascoli che la circondano, alla Fattoria Caldesoni (c. 8 km), agriturismo dove è possibile dormire e soggiornare nelle belle camere dell’antico casale storico, sapientemente ristrutturato ed arredato con gusto in stile rustico, con letti in ferro battuto dipinti a mano, mobili e infissi in legno di castagno massiccio.  La fattoria è condotta con il metodo biologico e i pasti somministrati naturalmente sono a base dei loro prodotti bio, serviti nell’antica Sala degli Archi.

 

SECONDO GIORNO

 

Facciamo colazione e partiamo. Dopo pochi chilometri di cammino, circa 3, passata la piccola frazione di Montemercole, arriviamo, lasciando il sentiero e riprendendo la strada bianca carrabile, alla Cooperativa Agricola Montemercole (c. 11 km), posta nel punto di quota più alto della tappa ( c. 740 mt s.l.m.), in un posto incredibilmente bello dove si gode di un panorama a 360° su tutto lo splendido territorio circostante. Da qui si può ammirare la Valtiberina fino all’Umbria, l’Appennino dall’Alpe della Luna fino al tratto Umbro-Marchigiano, l’Alpe di Catenaia, il Pratomagno ed il Casentino fino ad intravedere la piana aretina, in pratica si può ricomprendere in un unico sguardo tutto il territorio dove ha vissuto e dove si spostava San Francesco. Qui, in un ambiente bucolico di altri tempi, si allevano ovini, vacche e maiali allo stato brado. Vengono prodotti gustosi insaccati e soprattutto formaggi a latte crudo di cui “la Mattonella dolce”, che è stato premiato come uno dei migliori formaggi italiani di Fattoria. In un ambiente semplice ed accogliente si possono degustare selezioni di formaggi e salumi di loro produzione, accompagnati dai prodotti del loro orto biologico e da un ottimo vino. Michele e la sua famiglia, che si occupano del Caseificio e degli allevamenti, sono molto gentili e disponibili nel mostrare e spiegare nel dettaglio tutte le attività dell’Azienda.

Riprendiamo a camminare su una strada bianca che si inoltra in una campagna aspra e selvaggia, diventando man mano una mulattiera che per lunghi tratti percorre boschi di castagni e di querce alternati a radure. Scendiamo fino al torrente Chiassaccia e in prossimità del guado (c. 13,50 km), lasciamo il sentiero. Camminando lungo il suo corso verso valle, dopo qualche centinaio di metri troviamo i suggestivi resti di un antico ponte indicato come Romano, ma che probabilmente è più recente. Ristrutturato nel periodo Granducale, testimonia comunque, viste anche le dimensioni, che da qui passava una viabilità importante, un’antica strada che collegava Arezzo alla Valtiberina. Nelle vicinanze si trovava anche un mulino. A conferma dell’importanza storica di questa zona e della sua viabilità, ripreso il cammino in salita, dopo circa mezzo chilometro troviamo i ruderi del Castello di Pietramala (c. 14 km), importantissimo sito storico di cui però restano solo poche pietre. Questo era il Castello di provenienza dei Tarlati, la più importante famiglia nobiliare della Città di Arezzo, insieme agli Ubertini, durante il periodo medievale. Si consiglia, per salire o scendere dal sito del castello, di prendere la variante del sentiero che continua sulla strada forestale e che allunga un po’, ma evita il tratto di sentiero più impervio con fondo sconnesso e molto sassoso. 

Per il resto della tappa fino a quando scendiamo nella piana aretina, percorriamo un territorio non antropizzato, dove non incontriamo abitazioni, ma solo qualche rudere, camminando in un ambiente naturale, silenzioso e incontaminato, che favorisce il raccoglimento e l’introspezione, come fosse propedeutico all’ingresso nella città della Croce.

Quando il nostro sguardo si apre sulla piana aretina, il panorama è splendido, con la città che risalta sovrastata dalla Cattedrale ed il suo campanile, rendendola immediatamente identificabile come fulcro di un territorio bellissimo. Scendiamo verso la città lasciando la strada sterrata e, proseguendo sull’asfalto, raggiungiamo la Pieve Romanica di San Polo (c. km 19,30), antica chiesa di origine medievale, come testimoniato anche dalle iscrizioni poste a lato del portale d’ingresso. Dopo qualche centinaio di metri arriviamo ad un’altra suggestiva ed antica chiesa, il Santuario della Madonna del Giuncheto, sorto al posto di una precedente piccola chiesa, nel luogo di un apparizione mariana avvenuta nel XVI° secolo. Di fronte alla chiesa c’è un belvedere, dove è possibile ammirare un bellissimo scorcio della città.

Rimaniamo sempre sulla strada asfaltata e, camminando nella bella campagna aretina in mezzo al verde, ai vigneti ed alle ville storiche, arriviamo a quella della Tenuta di San Fabiano. Qui veniamo accolti dal Conte Borghini Baldovinetti de’ Bacci Venuti, che cordialmente ci fa visitare la sua bellissima villa e l’antica cantina. La sosta non è casuale perché il Conte è discendente di quei Bacci che commissionarono gli affreschi della Leggenda della Vera Croce a Piero della Francesca, che si trovano appunto nella “cappella Bacci” all’interno della Basilica di San Francesco, meta ultima, fisica e simbolica di questo nostro cammino.

Continuando nel percorso, ci ritroviamo all’incrocio con la cosiddetta Via dei Cappuccini che, svoltando sulla sinistra, lascia il tracciato della Via di Francesco e passando accanto alla torre medievale detta di “Gnicche”, prosegue in mezzo ai vigneti ed agli oliveti per circa un chilometro, portandoci al Convento dei Cappuccini fuori le mura, un altro interessante e suggestivo luogo Francescano. Chi scegliesse questa variante può entrare in città passando dal Borgo di Santa Croce.

Proseguendo diritto per il cammino segnato, ci ritroviamo davanti alla magnifica sagoma dell’acquedotto Vasariano, che ci indica la direzione e ci accompagna fino ai piedi delle Mura cittadine. Le oltrepassiamo utilizzando, invece di Porta Stufi, la successiva entrata, la Postierla di Pozzuolo. Da qui parte il nostro percorso “francescano della Croce” all’interno della città, che va dalla chiesa di San Domenico alla Cattedrale, passando per Piazza Vasari fino alla Pieve di Santa Maria. Scendiamo poi verso la parte bassa del centro storico dove visitiamo la chiesa della Santissima Annunziata, per proseguire con la Badia di Santa Flora e Lucilla e giungere infine alla Basilica di San Francesco, dove termina il nostro emozionante itinerario.

 

DATI TECNICI

 

TAPPA UNICA ANGHIARI AREZZO 

Lunghezza : 24,00 km 

Dislivello positivo : 800 mt

Difficoltà :T-E turistico-escursionistico (turistico è relativo al tratto in prossimità e all’interno di Anghiari e Arezzo)

 

SUDDIVISIONE IN 2 TAPPE BREVI

 

TAPPA 1 ANGHIARI – FATTORIA CALDESONI

Lunghezza : 8,00 km 

Dislivello positivo : 400 mt

Difficoltà : T-E turistico-escursionistico (turistico è relativo al tratto in prossimità e all’interno di Anghiari)

TAPPA 2 FATTORIA CALDESONI – AREZZO

Lunghezza : 16,00 km 

Dislivello positivo : 400 mt

Difficoltà : T-E turistico-escusionistico (turistico è relativo al tratto in prossimità e all’interno di Arezzo)