Le vie di Francesco in Valtiberina - La via di Francesco in Toscana

Colore dell'itinerario sulla mappa: rosso/arancione/verde

La Valtiberina Toscana è una terra ricca parchi e riserve naturali, di Eremi e meravigliose opere d'arte. Una terra tutta da scoprire sulle orme di San Francesco e dei pellegrini che per secoli l'hanno attraversata.

Le vie di Francesco in Valtiberina sono costellate di Eremi, monasteri e luoghi di culto che ancora oggi mantengono viva la memoria della presenza di Francesco; ma anche di caratteristici borghi che conservano gelosamente l'eredità di grandi maestri, come Piero della Francesca e Michelangelo, ai quali la Valtiberina ha dato i natali.

Da La Verna ad Anghiari: itinerario est - Pieve Santo Stefano e Sansepolcro
Numero di tappe: 4
Lunghezza totale: 64 km
Difficoltà: Escursionistica (tutte le tappe)
Colore identificativo sulla mappa: rosso

Come prima tappa, dalla cima del Monte Calvano con la sua magnifica vista panoramica, si scende verso Pieve Santo Stefano, la "Città del Diario", e si prosegue fino all'Eremo di Cerbaiolo, monastero benedettino risalente all'VIII secolo e donato a San Francesco nel 1216, durante uno dei suoi pellegrinaggi. Vi trovò rifugio anche Sant'Antonio, che qui terminò la composizione dei Sermoni. Anche Giosué Carducci vi ha soggiornato nel 1867, come ci racconta nell'ode Agli amici della Valle Tiberina.

La seconda tappa è totalmente immersa nel verde della Riserva Naturale dell'Alpe della Luna e conduce alla località Montagna.

Nella tappa successiva, si incontra l'Eremo di Montecasale, luogo francescano di primaria importanza, donato al Santo nel 1212 ed annoverato tra i suoi luoghi prediletti, dove più volte Francesco si è ritirato in preghiera ed ha soggiornato. Da qui si raggiunge Sansepolcro, borgo che ha dato i natali a Piero della Francesca, dove meritano una visita il Museo Civico, con alcuni dei suoi più grandi capolavori, come la Resurrezione; Piazza Torre di Berta, il Duomo e le altre chiese, che vantano opere di grandi maestri, come Luca Signorelli, Perugino e Rosso Fiorentino.

La quarta ed ultima tappa prosegue verso Anghiari, lo splendido borgo medievale reso celebre dall'omonima Battaglia illustrata da Leonardo da Vinci in Palazzo Vecchio a Firenze. Qui si trova la Chiesa della Croce, costruita proprio nel luogo dove nel 1224 San Francesco, di ritorno dal Santuario della Verna, piantò una croce di legno alla congiunzione di tre sentieri.

Da La Verna ad Anghiari: itinerario ovest - Caprese Michelangelo e Montauto
Numero di tappe: 2
Lunghezza totale: 47,40 km
Difficoltà: Escursionistica (tutte le tappe)
Colore identificativo sulla mappa: rosso

L'itinerario ovest si snoda nel verde dell'Alpe di Catenaia, che separa la Valtiberina dal Casentino.

Lungo la prima tappa, che si conclude a Caprese Michelangelo, paese natale di Michelangelo Buonarroti, si trova l'Eremo della Casella. La tradizione racconta che Francesco nel 1224, di ritorno ad Assisi dopo aver ricevuto le Stigmate, si fermò in questa località, si volse verso La Verna e la salutò con grande commozione perché sapeva che non vi sarebbe più tornato. Chiese inoltre ai suoi compagni di piantare una Croce in quello stesso luogo, dove nel 1229, anno della sua canonizzazione, la comunità di Caprese con le altre vicine, costruirono la Cappella.

Lungo la seconda tappa, si tocca la località Ponte alla Piera, per poi proseguire fino al Castello di Montauto. Qui Francesco era solito sostare, ospite dell'antica famiglia dei Galbino. Si racconta che il Santo si fermò a Montauto anche nel 1224, dopo aver ricevuto le Stigmate e, in quell'occasione, il conte Alberto gli fece dono di un nuovo saio ricevendo in cambio quello vecchio, oggi conservato al Santuario della Verna come reliquia. Non lontano dal castello si trovano anche una piccola cappella nota come Maestà di San Francesco ed il Cenacolo di Montauto, convento francescano che risale al XVI secolo.

Da La Verna ad Anghiari: itinerario ovest - Caprese Michelangelo e Montauto
Numero di tappe: 2
Numero di tappe: 3
Lunghezza totale: 47,50 km
Difficoltà: Escursionistica (tutte le tappe)
Colore identificativo sulla mappa: arancione

La sezione che attraversa i territori di Badia Tedalda e Sestino ricalca antiche vie di collegamento tra la Valtiberina e le regioni al di là degli Appennini, agganciandosi alla direttrice est del tratto La Verna-Anghiari che passa da Pieve Santo Stefano all'altezza del Passo di Viamaggio. Sul cammino si incontrano ettari ed ettari di boschi ombrosi e praterie, ricchi di flora selvaggia e abitati da daini, cervi e caprioli, ma anche da rapaci come la maestosa aquila reale.

Badia Tedalda, fascinoso borgo di montagna immerso nella natura, può essere considerato il capoluogo della già citata Riserva Naturale dell'Alpe della Luna. Da non perdere, una volta arrivati, la Chiesa di San Michele Arcangelo, che conserva ben ben cinque splendide terracotte robbiane del sedicesimo secolo.

A Sestino meritano una visita l'Antiquarium Nazionale, a memoria dei tanti lasciti dell'epoca romana nel paese e nel territorio circostante, e la Chiesa di San Pancrazio. Tra le bellezze naturali, non si può non citare il Parco Faunistico del Ranco Spinoso e la Riserva Naturale del Sasso di Simone.

Dall'Eremo di Cerbaiolo al Sasso di Simone passando per Badia Tedalda e Sestino
Numero di tappe: 1
Lunghezza totale: 11,60 km
Difficoltà: Turistica
Colore identificativo sulla mappa: verde

Lungo il tratto La Verna-Anghiari che passa da Pieve Santo Stefano, all'altezza del Passo di Viamaggio, si possono percorrere antichi percorsi che collegavano la Valtiberina con le regioni adriatiche per giungere fino a Badia Tedalda e Sestino immersi nella quiete di boschi ombrosi e radure soleggiate, dove non è difficile imbattersi in daini, cervi, caprioli, scoiattoli e lepri.

Centro principale della Riserva Naturale dell'Alpe della Luna, Badia Tedalda è un borgo montano antico e suggestivo, ancora oggi immerso nella natura che racchiude come uno scrigno, un meraviglioso gioiello: la Chiesa di San Michele Arcangelo, all'interno della quale sono conservate tre splendide terrecotte invetriate di Benedetto e Santi Buglioni (XVI secolo), allievi dei Della Robbia.

Anche Sestino è un piccolo borgo di montagna, ma capace di stupire grazie in particolare agli straordinari reperti archeologici esposti presso l'Antiquarium Nazionale, oltre all'antica Pieve di San Pancrazio e alla sua cripta databile al IX-X secolo. Tra le bellezze naturali, non si possono dimenticare il Parco Faunistico del Ranco Spinoso e la Riserva Naturale del Sasso di Simone.